Negli interventi di restauro statico e di consolidamento è fondamentale il rispetto per l’oggetto esistente e perciò la proposta progettuale deve comportare il minimo disturbo e deve essere basata su una comprovata necessità. Ne discende che la soluzione adottata deve essere strettamente correlata alle conclusioni diagnostiche ottenute da una accurata analisi del manufatto. Tale analisi sfocia usualmente in un modello di calcolo (più o meno raffinato) in grado di fornire risposte sull'attuale grado di sicurezza dell'edificio e quindi sulla necessità o meno di intervenire con correttivi passivi o attivi.
La formulazione del modello interpretativo, come sempre nei problemi riguardanti le costruzioni, necessita di informazioni relative alla geometrìa della struttura, ai carichi cui è sottoposta ed alle caratteristiche dei materiali che la costituiscono.
Quest'ultimo aspetto, vale a dire la caratterizzazione meccanica dei materiali, risulta spesso di gravosa soluzione nel caso di edifici antichi e soprattutto nel caso di murature in laterizio o pietra, talora molto eterogenee.
Negli interventi di consolidamento statico occorre conoscere le caratteristiche meccaniche di deformabilità e resistenza dei materiali costituenti l’opera in studio.
La conoscenza dei parametri di deformabilità è di primaria importanza per il progettista in quanto gli permette di valutare la risposta che deve attendersi dalla struttura in funzione dello stato di sollecitazione applicato.
Il prelievo di numerosi campioni da sottoporre a prove distruttive in laboratorio risolverebbe il problema ma l’approccio risulterebbe proibitivo in termini di costi, poco affidabile a causa dei disturbi arrecati al campione durante il prelievo ed il trasporto ed impossibile da effettuare quando la struttura abbia una rilevanza storica che ne vieti qualunque danneggiamento, anche a scopo diagnostico.
Questi campioni poi, per poter essere sufficientemente rappresentativi del comportamento medio globale della struttura devono essere di grande dimensione ma non sempre possono essere prelevati dalle strutture murarie; basti pensare alle scadenti caratteristiche della malta presente nelle vecchie murature che non consente di prelevare campioni indisturbati se non ricorrendo a tecniche di prelievo sofisticate ed onerose.
I problemi connessi al prelievo di campioni rappresentativi può essere evitato ricorrendo alle tecniche di prova di tipo non distruttivo.
Le indagini non distruttive o semi-distruttive applicate alla Muratura sono:
- Indagini visive (VT) ed endoscopiche;
- Indagini con Martinetti Piatti singoli e doppi (MPT);
- Indagini Soniche (SO);
- Prove Penetrometriche su malta (PE).
Esse vengono applicate con lo scopo di conoscere:
- gli spessori delle parti fessurate;
- le stratificazioni;
- le deformazioni, i cedimenti strutturali e gli spostamenti;
- la tensione media di esercizio;
- la resistenza delle malte;
- la tensione media di deformazione e del modulo di elasticità della muratura;
- dell'incidenza della velocità di transito delle onde soniche nei diversi materiali.